Stamani mi
son recato a vedere la pagella di mio figlio, licenziato della scuola media, e
quasi licenziato per i suoi voti, al livello del quarto inferiore della sua
classe.
E’ vero
odio per formazione mentale, classificare i discenti per voti, ma il metro mi
occorreva per valutare la situazione. Dei miei due figli il grande, che pareva
zoppicare di più, al primo superiore scientifico ha avuto tutti sei e due
sette; nella sua classe ci son stati 6 bocciati e dieci rimandati. Quindi mi
son chiesto, dov’è il problema?
Il problema
risiede nel fatto che il figliuolo piccolo, in piena fase adolescenziale ed
ormonale ( mt. 1,82), sta sempre con le cuffie alle orecchie, collegato con
facebook, WhatsApp, e nei momenti liberi sente musica. Un cocktail mortale,
non c’è che dire !
È discorso ormai noto quello degli effetti dei cosiddetti social network, sia sugli adulti che
sugli adolescenti, nelle cui teste tra gli effetti amplificati della ridondanza
informativa, si inframmezzano notizie e cazzate di natura diversa, contribuendo
a confondere le menti già confuse dell’italiota medio. Figurarsi quelle degli
adolescenti. Di fatto diventano burattini nella marea nera dell’informascion
del web.
Tutto ciò va
a detrimento di uno dei principali primati dell’uomo, la sua coscienza. Sia i giovani che gli adulti perdono la capacità di
concentrazione e di apprendimento delle notizie viva via apprese sul web,
rinunciando di fatto all’originalità del proprio pensiero, e trasformandolo in una corrente di pensiero senza più una personalità, diventando uno dei più temibili malanni del secolo.
Il morbo della distrazione di massa.
E questo
sistema di fatto favorisce confusione nel sistema sociale, circa le reali mete
che si prefigge in un ordinato sistema di convivenza civile. Si manifestano
così insofferenza ed anomia, come
riferito da Robert K. Merton nel suo libro “Teoria e struttura sociale” . Quando
all'interno del gruppo sociale insorge un conflitto tra fini socialmente
approvati e mezzi socialmente approvati disponibili, nel cittadino si ingenera
uno stato di conflitto che favorisce la devianza. Ma questa è una definizione
tecnica.
Il tentativo
di approvazione del gruppo è molto forte nell’uomo, e gli inventori di feisbuc
hanno saputo trovare l’arcano per indurre l’utente nella tentazione dei i fumi
fatui dell’illusione dell'appartenenza a gruppi che di fatto inesistenti.
Quindi, dopo aver
considerato tutto questo, mi son reso conto che il mestiere di genitore è
difficile. Ma son convinto di dover dare
il buon esempio.
Ed ho
disattivato i miei accounts.
Tuttavia
vorrei ancora parlare della rete, e di quanto abbia veicolato il messaggio
innovativo del Movimento 5 Stelle, diffuso attraverso il web, lontano delle possibili mistificazioni
dei media tradizionali. Il successo del leader Beppe Grillo è giunto all’apice
nel corso delle elezioni del Febbraio 2013, ed il movimento ne è stato quasi
travolto. Per cui dopo un’iniziale fase di stabilizzazione, ha cominciato a
muovere i suoi primi ed immaturi passi dell’esperienza politica. Ma il
Movimento risultava ancora impreparato nella sue capacità decisionali, ed il suo
artefice, abituato per sua natura comunicativa ad urlare, ha continuato a farlo
nel confronto con Renzi di Febbraio scorso, un monologo di dieci minuti che non ha
portato a nulla di costruttivo.
Ma i nodi
stanno per venire al pettine. Il 25 Maggio le elezioni per il parlamento
europeo, vedono il centro destra di Silvio in difficoltà, e la partita tra PD e
M5S si trovava a giocarsi sul filo del rasoio. Quindi i vertici del Movimento
hanno deciso per un’attivazione “forte” per la propaganda elettorale della base.
Ma cotanta foga direi che ha invertito le sorti della consultazione politica europea. Considerata l’età
media piuttosto alta dell’elettore nazionale, abituato più a seguire la tivvu che la rete,
come tutti gli anziani è stato spaventato dall’euforia del giovane popolo del
Movimento 5 Stelle, ed ha preferito affidarsi alle più mansuete attrazioni
della sinistra storica.
Il
risultato, per quanto relativo, sia per i votanti che per gli ambiti in cui
veniva espresso, ha consegnato una vittoria netta del PD, relegando il M5S ad
un 21%. Risultato onesto, ma un segnale di mancanza di fiducia di quell’elettorato.
Beppe
Grillo, dopo una robusta razione di Malox, ha preso una decisione, che per il
momento storico risulterà malaccorta. Si sottomette ad un incontro con Renzi
sui temi maggioritari e sulla legge
elettorale, che nel gioco delle parti abilmente non ha rifiutato, salvo poi
fissare “a Mercoledì prossimo” l’incontro, puntualizzando tuttavia che «esiste un accordo fra le forze di maggioranza e
Fi ed eventuali modifiche saranno prese in considerazione solo se ci sarà
condivisione con chi ha già contribuito a questo percorso. Non si cambia
partner all’ultimo momento». Una conferma che il leader
verosimilmente vuol solo risultare interlocutore di Beppe Grillo, ma di fatto continuerà
a seguire la sua rotta. Che mi auguro sia quella giusta.
Ma tornando
all’analisi della propaganda del M5S, non possiamo trovare una politica efficace
e conscia dei reali obiettivi, specie in termini di politica economica, e tale indecisione
ha minato le basi del consenso. La diatriba continua ancora sino a questi
giorni, tra gli adepti convinti della teoria della collaborazione, rispetto ai
detrattori assoluti del dialogo.
Al momento non rimane al M5S di
appoggiare un sereno dialogo, cercando di spuntare un consenso anche verso la
pletora elettorale, così sensibile all’irruenza grillina, e sperando così di sollevare
il paese dal suo torpore, specie
considerando che l’autunno potrebbe non essere foriero di buone novelle,
considerata la inopportuna semina degli ultimi governi.Quindi a mio parere è necessario – per un libero pensatore – dotarsi di pazienza, e discutere, in un dialogo liberale, secondo i principi della tolleranza e comprensione reciproca. Dotarsi delle competenze tecniche, ma utilizzare un linguaggio pacato, che conquisti più con l’amore, e che non fomenti l’odio partigiano.
A presto miei prodi (con la p minuscola).
Renatoxr