martedì 1 luglio 2014

Dedicato agli amici Stefano, Pier e Livio, eroi senza macchia dell’informazione, mai complici della menzogna, e donatori di sangue. Financo ai piddini.



Stamani mi son recato a vedere la pagella di mio figlio, licenziato della scuola media, e quasi licenziato per i suoi voti, al livello del quarto inferiore della sua classe.

E’ vero odio per formazione mentale, classificare i discenti per voti, ma il metro mi occorreva per valutare la situazione. Dei miei due figli il grande, che pareva zoppicare di più, al primo superiore scientifico ha avuto tutti sei e due sette; nella sua classe ci son stati 6 bocciati e dieci rimandati. Quindi mi son chiesto, dov’è il problema?

Il problema risiede nel fatto che il figliuolo piccolo, in piena fase adolescenziale ed ormonale ( mt. 1,82), sta sempre con le cuffie alle orecchie, collegato con facebook, WhatsApp, e nei momenti liberi sente musica. Un cocktail mortale, non c’è che dire !

È discorso ormai noto quello degli effetti dei cosiddetti social network, sia sugli adulti che sugli adolescenti, nelle cui teste tra gli effetti amplificati della ridondanza informativa, si inframmezzano notizie e cazzate di natura diversa, contribuendo a confondere le menti già confuse dell’italiota medio. Figurarsi quelle degli adolescenti. Di fatto diventano burattini nella marea nera dell’informascion del web.

Tutto ciò va a detrimento di uno dei principali primati dell’uomo, la sua coscienza. Sia i giovani che gli adulti perdono la capacità di concentrazione e di apprendimento delle notizie viva via apprese sul web, rinunciando di fatto all’originalità del proprio pensiero,  e trasformandolo in una corrente di pensiero senza più una personalità, diventando uno dei più temibili malanni del secolo.
Il morbo della distrazione di massa.  

E questo sistema di fatto favorisce confusione nel sistema sociale, circa le reali mete che si prefigge in un ordinato sistema di convivenza civile. Si manifestano così insofferenza  ed anomia, come riferito da Robert K. Merton nel suo libro “Teoria e struttura sociale” . Quando all'interno del gruppo sociale insorge un conflitto tra fini socialmente approvati e mezzi socialmente approvati disponibili, nel cittadino si ingenera uno stato di conflitto che favorisce la devianza. Ma questa è una definizione tecnica.

Il tentativo di approvazione del gruppo è molto forte nell’uomo, e gli inventori di feisbuc hanno saputo trovare l’arcano per indurre l’utente nella tentazione dei i fumi fatui dell’illusione dell'appartenenza a gruppi che di fatto inesistenti.




Quindi, dopo aver considerato tutto questo, mi son reso conto che il mestiere di genitore è difficile.  Ma son convinto di dover dare il buon esempio.

Ed ho disattivato i miei accounts.


Tuttavia vorrei ancora parlare della rete, e di quanto abbia veicolato il messaggio innovativo del Movimento 5 Stelle, diffuso attraverso il web, lontano delle possibili mistificazioni dei media tradizionali. Il successo del leader Beppe Grillo è giunto all’apice nel corso delle elezioni del Febbraio 2013, ed il movimento ne è stato quasi travolto. Per cui dopo un’iniziale fase di stabilizzazione, ha cominciato a muovere i suoi primi ed immaturi passi dell’esperienza politica. Ma il Movimento risultava ancora impreparato nella sue capacità decisionali, ed il suo artefice, abituato per sua natura comunicativa ad urlare, ha continuato a farlo nel confronto con Renzi di Febbraio scorso, un monologo di dieci minuti che non ha portato a nulla di costruttivo.

Ma i nodi stanno per venire al pettine. Il 25 Maggio le elezioni per il parlamento europeo, vedono il centro destra di Silvio in difficoltà, e la partita tra PD e M5S si trovava a giocarsi sul filo del rasoio. Quindi i vertici del Movimento hanno deciso per un’attivazione “forte” per la propaganda elettorale della base. Ma cotanta foga direi che ha invertito le sorti della consultazione politica europea. Considerata l’età media piuttosto alta dell’elettore nazionale,  abituato più a seguire la tivvu che la rete, come tutti gli anziani è stato spaventato dall’euforia del giovane popolo del Movimento 5 Stelle, ed ha preferito affidarsi alle più mansuete attrazioni della sinistra storica.

Il risultato, per quanto relativo, sia per i votanti che per gli ambiti in cui veniva espresso, ha consegnato una vittoria netta del PD, relegando il M5S ad un 21%. Risultato onesto, ma un segnale di mancanza di fiducia di quell’elettorato.

Beppe Grillo, dopo una robusta razione di Malox, ha preso una decisione, che per il momento storico risulterà malaccorta. Si sottomette ad un incontro con Renzi sui temi maggioritari e sulla  legge elettorale, che nel gioco delle parti abilmente non ha rifiutato, salvo poi fissare “a Mercoledì prossimo” l’incontro, puntualizzando tuttavia che «esiste un accordo fra le forze di maggioranza e Fi ed eventuali modifiche saranno prese in considerazione solo se ci sarà condivisione con chi ha già contribuito a questo percorso. Non si cambia partner all’ultimo momento». Una conferma che il leader verosimilmente vuol solo risultare interlocutore di Beppe Grillo, ma di fatto continuerà a seguire la sua rotta. Che mi auguro sia quella giusta.

Ma tornando all’analisi della propaganda del M5S, non possiamo trovare una politica efficace e conscia dei reali obiettivi, specie in termini di politica economica, e tale indecisione ha minato le basi del consenso. La diatriba continua ancora sino a questi giorni, tra gli adepti convinti della teoria della collaborazione, rispetto ai detrattori assoluti del dialogo.
Al momento non rimane al M5S di appoggiare un sereno dialogo, cercando di spuntare un consenso anche verso la pletora elettorale, così sensibile all’irruenza grillina, e sperando così di sollevare il paese dal  suo torpore, specie considerando che l’autunno potrebbe non essere foriero di buone novelle, considerata la inopportuna semina degli ultimi governi.

Quindi a mio parere è necessario – per un libero pensatore – dotarsi di pazienza, e discutere, in un dialogo liberale, secondo i principi della tolleranza e comprensione reciproca. Dotarsi delle competenze tecniche, ma utilizzare un linguaggio pacato, che conquisti più con l’amore, e che non fomenti l’odio partigiano.

A presto miei prodi (con la p minuscola).

Renatoxr