domenica 18 maggio 2014

La propaganda politica





L’attuale diatriba politica ai giorni nostri mi pare alquanto scialba e priva di senso, in quanto la lotta dovrebbe riguardare il miglioramento del sistema, e quindi del nostro benessere. Non è una lotta della destra contro la sinistra.

Già la macchina della propaganda politica si è macchiata di un crimine orrendo nel secolo scorso durante l'era del  nazismo, che ha saputo sfruttare le componenti della crisi economica del 1929, attraverso un’alchimia maligna della comunicazione, traviando le menti dei popoli e trovando un capro espiatorio nella genia straniera.

Nessuno è a favore della guerra nel profondo del suo cuore. Tutti siamo a favore di un mondo più equo, per la libertà, la condivisione e la libera espressione. Chi ci governa non è solamente incapace di offrirci queste soluzioni, ma ci manipola affinché pensiamo di essere antagonisti e impossibilitati ad unirci ed ottenerle (Mason Massy James).

Ciò che Noam Chomsky (Manufacturing consent: the political economy of the mass media 1988, Understanding power: the indispensable Chomsky 2002) definisce come la fabbrica del consenso - ossia un sistema di propaganda estremamente efficace per il controllo e la manipolazione dell'opinione pubblica - si articola nei seguenti punti: 

La strategia della distrazione.      
Creare problemi e poi offrire le soluzioni . 
 La strategia della gradualità. 
 La strategia del differire. 
 Rivolgersi al pubblico come ai bambini. 
 Usare l’aspetto emotivo molto più della riflessione. 
 Mantenere il pubblico nell’ignoranza e nella mediocrità. 
 Stimolare il pubblico ad essere compiacente con la mediocrità. 
Rafforzare l’auto-colpevolezza. 
 Conoscere gli individui meglio di quanto loro stessi si conoscono.

Appare indispensabile sottrarsi al controllo del sistema, che opera attraverso l’ipnosi della propaganda dei mass media, e che ci porta ad infinite discussioni sulla vita politica, abituandoci a nutrire le coscienze di nulla, quanto piuttosto dovremmo informarci in modo più consapevole.

Non abbocchiamo all’amo della contestazione senza costrutto, che ci viene gettato ogni giorni dalla grande comunicazione, ma attrezziamoci piuttosto a coltivare idee personali e costituire un buon esempio per gli altri.

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